Type
ANIME
Genres
Comedy
Romance
Slice of Life
Popularity
113,065
Status
FINISHED
Aired from
07/04/2007
Aired to
29/09/2007
Episodes
24
Duration
24 minutes
Studios
Toei Animation
TBS
TAP
Discotek
Sony Music Entertainment
Is licensed
Yes
Source
MANGA
Love is unusual for Koizumi Risa and Ootani Atsushi, who are both striving to find their ideal partner in high school—172 cm tall Koizumi is much taller than the average girl, and Ootani is much shorter than the average guy at 156 cm. To add to their plights, their crushes fall in love with each other, leaving Koizumi and Ootani comically flustered and heartbroken. To make matters worse, they'r...
Nell'enorme e sempreverde lista delle commedie romantiche, tra i generi escapisti per eccellenza insieme al "rivale" battle shōnen o agli isekai, è molto difficile lasciare un segno che non sia di successo a breve termine, laddove si cerca spesso di attingere ad un target fin troppo omogeneo, condito di cliché di immediata presa e da intrecci di cui finali si sanno già fin dall'inizio, sono tutti fattori che fanno correre il rischio di far somigliare troppo i prodotti tra di loro.
Nel 2007 Lovely Complex prova, nei limiti delle convenzioni di genere e nelle sue scarse pretese, a fare qualcosa di diverso, ma con una certa genuinità, trasponendo l'omonimo manga di Aya Nakahara e con la regia di Kōnosuke Uda, un regista molto capace che aveva da poco finito di dirigere l'anime di One Piece, sempre per Toei Animation, di cui stile ricorda qui una sorta di versione "conservatrice" di quello di "Le situazioni di lui & lei", dove si sperimenta con bozzettismi e lo slapstick viene calcato fino all'inverosimile, con scene extradiegetiche che servono a dare un'espressione superiore dei sentimenti e delle sensazioni del momento e contemporaneamente a far scaturire il riso per l'esagerazione delle facce (per esempio c'è una citazione all'urlo di Munch per esprimere simili emozioni) o di fenomeni che nella realtà sarebbero impossibili o pericolosi ma che nella finzione risulterebbero innocui. Ci sono anche i classici momenti un po' sognanti con immagini pastello tipiche degli shōjo e chicche come quella della cartina geografica con i momenti della gita riassunti in cartoline che scorrono sullo schermo (ep. 9), un'idea che è eloquente del buon mestiere del regista.
Ci sono però evidenti problemi di budget laddove, se i fondali riescono talvolta ad essere suggestivi, nel complesso sono poco tratteggiati e dettagliati senza evidenti qualità e ragioni creative, con la gente comune presentata come sagome nere (solito trucchetto di economizzazione) che in alcuni tipi di anime non influisce per via delle tematiche o di un messaggio intorno alle scene dove ci sono, qui invece toglie solo vividezza alle atmosfere, rende tutto più artificioso e banale e toglie qualcosa alla godibilità di molte scene.
Dei personaggi salta all'occhio la scelta del character design dove, a differenza dello shōjo medio (e non solo), i due protagonisti non hanno un aspetto bilanciato, da modelli, ma piuttosto hanno, per i canoni di bellezza tipici, un aspetto molto nella media, per non dire insignificante, specialmente se paragonati agli amici che sono tutti più bilanciati e attraenti.
Il ragazzo, ovvero Otani, oltre ad essere basso, ha anche un aspetto da ragazzino, leggermente compresso e tarchiato, sebbene con un viso grazioso. Koizumi al contrario è fin troppo longilinea e dall'aspetto asciutto, sebbene anch'essa graziosa, queste caratteristiche estetiche provocano ad entrambi un complesso di inferiorità, cosa che però rompe ulteriormente gli stereotipi, laddove il maschio non solo non è quello sicuro di sé, ma è anche il soggetto della corte, con un carattere che gli impedisce di essere il classico oratore dell'amore e sogno di sofisticatezza, in questo senso Otani appare piuttosto come una persona sempliciotta ma di buon cuore (più vicino ad una caratterizzazione shōnen come quella di un Rufy o un Naruto) che, quando ci tiene, è in grado di mostrare acume, forza decisionale, è tutto il contrario della proiezione sia dei desideri medi delle spettatrici che dei modelli medi di uomo che solitamente cerchiamo di imitare o perlomeno stimiamo, per questo Lovely Complex riesce ad arrogarsi il ruolo di dare voce a innumerevoli persone di tutti i generi che sono altrettanto comuni e frivole, dandogli spunti che si basano sul fregarsene delle opinioni altrui, sull'introspezione, sul tentativo di cercare la chimica giusta e gli interessi giusti.
E, se questi contenuti vengono comunicati attraverso i mezzi più stereotipati come strilletti, super deformed a tappeto e una certa affettazione innaturale delle parole, è evidente dalla storia che la resistenza di Otani si deve ad un senso di mascolinità conteso tra imbarazzo infantile e senso adulto della virilità, che quasi riflette il tipico disinteresse che si vede tra noi uomini per questo genere di anime, che equivale a vedere l'amore dall'esterno.
Se un po' tutti noi maturiamo una relazione ad un certo punto della vita, sembra esserci infatti quasi uno scarto tra l'amore visto dall'esterno e quello visto dall'interno. Da bambini, non potendo comprenderlo, prevale la visione dall'esterno e quindi la repulsione per certi manierismi come i baci o le parole dolci, che molti potrebbero considerare ridicoli, in quanto non se ne sperimenta la scaturigine emotiva.
D'altra parte, da adulti la cosa cambia perché c'è l'esperienza personale anche solo indiretta che permette di partecipare all'amore, però può rimanere sempre quella ritrosia più o meno inconscia con quell'idea di "vulnerabilità" e di "sottomissione" che circonda l'argomento e che mette in una posizione scomoda per chi si trova a sperimentare quelle sensazioni, è proprio l'enfasi su questa dinamica che giustifica, almeno in parte, gli incancrenimenti dell'intreccio nella parte centrale, dove la risposta esageratamente lenta di Otani ai sentimenti di Risa arriva ad essere quasi inverosimile e sfiancante per lo spettatore, laddove tutta la struttura di quegli episodi si regge quasi solo sugli stratagemmi da adottare per cambiare le cose.
Questa potrebbe sembrare una sovralettura psicologica eccessiva per un prodotto così "frivolo" e immediato, come accennavo all'inizio, sicuramente privo di intenti psicanalitici ma anche opere del genere possono mettere in scena quegli stessi processi mentali o quantomeno caratterizzare i personaggi in maniera fresca.
Un altro dei temi cardini si riflette in un contenzioso tra i due generi della serie: commedia e romantico. Il rapporto tra i due protagonisti si presenta in un primo momento come quello di un duo comico, su cui i compagni ridono in più occasioni, questo però si scontra con l'altra componente quando le due cose si confondono agli occhi dei personaggi. La difficoltà a comprendere e accettare le vere intenzione di Kouzimi si deve, o meglio, viene interpretata da quest'ultima come dovuta all'incapacità di Otani di prenderla seriamente.
In questo senso, un rapporto fatto di amichevole rivalità e di stigmatizzazione dovuta all'altezza ha abituato entrambi a pensare che una relazione tra i due fosse utopia e che fosse un'idea ridicola, inverosimile, anche per questo Koizumi, per il timore di non essere accettata, si racconta di desiderare un mantenimento della relazione in quel perenne limbo di pace amichevole in cui non sono altro che un duo comico, senza che il loro cuore palpiti.
È una dinamica relazionale tipicamente apollinea e giapponese o simile ad alcuni romanzi dell'800, dove cioè i sentimenti non si sviluppano da un primo impatto chiaro ma sarà necessario frequentarsi e conoscersi a menadito per anni prima che qualcuno maturi dei sentimenti, una cosa in questo caso dovuta anche probabilmente alla giovane età dei personaggi.
Se si piacciono fisicamente o se caldeggino la possibilità di piacersi a vicenda, non è contemplato da nessuno dei due in un primo momento, per cui la passione amorosa è tutto sommato tardiva. Poiché la cotta emerge ben prima della metà della serie, allo spettatore può sembrare abbastanza veloce, ma se pensiamo al tempo trascorso nella storia e alla quantità di situazioni diverse, il tempo non è breve e l'inizio della relazione non è il classico batticuore ansioso degli anime o della realtà, né c'è quella cordialità un po' pudica e timorosa di creare fraintendimenti che c'è spesso tra uomini e donne, anche nella mera amicizia. C'è quindi un modo di intendere l'amicizia molto raro tra persone di sessi diversi ma qui è presentato in maniera nel complesso credibile, ovviamente nei limiti della solita stilizzazione dell'espressione emotiva che si trova in questo tipo di prodotti.
Da le situazioni di lui & lei c'è anche un grande ricorso al tema un po' pirandelliano dell'identità legata alla reputazione. Otani è influenzato dall'apparire ai compagni come un dongiovanni manipolatore, quando in realtà è come un ragazzino poco cresciuto anche per gli standard dell'adolescenza, una persona non ancora pronta a perdere l'innocenza della percezione che ha di Koitsumi, vedendola come una dinamica relazionale aliena a lui, per la quale non è ancora pronta. Ne consegue che la storia fa di tutto per farlo apparire anche per fini comici come uno svampito, tutto serve però a delineare una persona che reca danno senza volerlo per la sua sola immaturità, un'immaturità che, a differenza del classico "eroino" shōjo evita di renderlo una persona autoconsapevole, sagace e responsabile, ma tutto si incentra non per forza con un contrasto rispetto a questa descrizione, quanto piuttosto su un mutamento della dialettica, dove l'accento viene posto su un personaggio dal cuore puro e innocente, anche per questo dotato di un romanticismo candido e spontaneo, senza la leziosità tipica dei personaggi più eloquenti e sagaci del genere.
Al netto di tutto, Lovely Complex è un'opera ben fatta. Se non originale, perlomeno fresca che purtroppo perde qualcosa per la ripetitività delle sue dinamiche, il budget appena sufficiente e la marginalità dei comprimari, tutto questo dovuto anche al fatto che è interrotto rispetto al manga, ciononostante i produttori sono stati furbi e hanno scelto un momento molto adeguato per la chiusura della storia, dove cioè tutti gli snodi cruciali posti fino a quel momento sono stati chiusi e dove questo finale sembra quasi quello naturale, con la sola colpa di essere molto scontato anche per gli standard del genere, è un peccato che l'anime non abbia avuto il tempo di maturare gli spunti degli ultimi episodi, dove la storia stava iniziando a diventare più corale, con i protagonisti che avevano un po' raggiunto una quadratura precisa e dove non restava che pensare al diploma e alle vicende delle vite dei comprimari, interessanti come parabole delle difficoltà post liceo ma fortemente limitate a questa chiave di lettura, ho avuto la sensazione che nel manga siano state incluse per sviscerarle successivamente a quella fase dell'opera, cosa che naturalmente non si è potuta fare nell'anime.